sabato 16 dicembre 2017

Loyalists on the run

Continua la serie di defezioni di qaedisti da Hayat Tahrir Sham.
L'ultimo gruppo a lasciare, reiterando il proprio patto di fedeltà ad Al Zawahiri, pare essere abbastanza corposo. La transizione faticosamente avviata ai tempi di Nusra, allo scopo di ripulire la formazione dagli estremisti per rendere più fluida l'azione militare contro il regime ed attirare il favore della popolazione, inizia a dare frutti. C'è inoltre da registrare un'evoluzione circa l'orientamento politico. Se fino a sei mesi fa il portavoce di HTS in seguito dimessosi, dichiarava che il significato di soluzione politica, secondo quanto concepito dal gruppo, stava nella sconfitta militare di Assad seguita dall'installazione di un governo islamico, oggi i vertici sono sempre più impegnati a lavorare per un processo di integrazione sul territorio che prevede il rafforzamento delle istituzioni civili.
L'integrazione risulta però faticosa a causa di quella che è ancora la mentalità di molti combattenti che si relazionano alla popolazione locale con la forza e la violenza. Ciò ha innescato un meccanismo di reazione messo in atto dagli attivisti, finanziati anche dai governi stranieri, che boicottano con ogni mezzo (anche omicidi) i tentativi di collaborazione da parte del gruppo jihadista.
Nel frattempo Daesh consolida i suoi fronti su Hama. Uno scenario al quale i russi ci hanno abituato in altre arene. L'insediamento di Daesh nella roccaforte di Al Julani dovrebbe favorire gli scontri e l'annientamento a vicenda, scongiurando la soluzione militare cruenta che porterebbe ad un esodo in massa di profughi. Ad un certo punto quindi, risulterà cruciale l'orientamento degli americani.

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