giovedì 19 ottobre 2017

Il capolavoro di Hajj Qasem

"E' la Russia che lo ha salvato. L'Iran si è mobilitato, è presente in Siria, ha combattuto anche con suoi soldati, ma chi ci è riuscito è la Russia, una superpotenza mondiale. Adesso la Russia punta a una soluzione politica, e come dice Putin il loro operato è nell'interesse della Siria intera, e non di una sola persona. Gli interessi della Russia in Siria saranno quelli della Russia, non dell'Iran. Io ho incontrato Putin: si è impegnato in prima persona per la stabilità della nostra regione. E la parola di Putin conta sulla Siria, sull'Iran e nella regione. In questo momento l'unità del mondo arabo è decisiva".
Saad Rafic Hariri 16 Ottobre 2017
As prime minister of Iraq, I am required to act in accordance with the Constitution to protect all of the Iraqi people and to keep our country united. To do so, the government has reinforced and restored what is prescribed in its federal mandate: that is, federal authority over national borders, oil exports and customs revenues.
Haider al Abadi 18 October 2017

I pensieri di Saad Hariri in questi giorni sono probabilmenti andati agli avvenimenti di Beirut di una decina d'anni fa. Atmosfera e dinamiche molto simili a quelle di Kirkuk.

La presenza in Siria, così come quella in Yemen, è limitata perchè strumentale alla sfera di influenza che gli iraniani mirano ad avere nella regione. I loro interessi sono in fondo complementari a quelli della Russia. Quindi il fatto che Putin sia il vero padrone e signore del destino della Siria non li danneggia più di tanto.
La presa di Kirkuk affonda le radici nella discesa di Soleimani in Iraq.
Sistematosi nelle stanze governative, e avendo distribuito in maniera lungimirante le milizie sciite nei territori contestati nell'arco di vari mesi, non gli rimaneva che fare quattro chiacchiere e trascinare dalla sua parte qualche comandante tra gli unionisti in modo da evitare un bagno di sangue. E infatti all'indomani della visita alla tomba di Talabani, è partita l'offensiva americana. O irachena a seconda della prospettiva.
La letterina di Tillerson e le buone intenzioni dell'unione per iniziare una mediazione sono arrivate a cose fatte. In un siffatto scenario i nostri carabinieri possono mettersi in costume a prendere il sole.  Oppure accompagnare McGurk nei suoi giretti tra Baghdad, Jeddah e Raqqah.
Al Abadi ha solo bisogno di armi e quattrini.
Può giocarsi alla pari l'alleanza con gli iraniani e fare ciaone agli americani.

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