giovedì 23 febbraio 2017

I miracolati delle commissioni e la destra viaggiatrice

Il grande gesto dell'aspirante presidente della repubblica francese, che ha rifiutato di indossare il velo mandando all'aria l'incontro con il mufti libanese, è stato fatto per puro calcolo politico. Allo stesso modo i ministri svedesi si sono coperti il capo per ingraziarsi l'interlocutore e portare a casa un pugno di contratti in più. Se si è disposte a tutto per una manciata di voti e di quattrini, e quindi i valori sono sacrificabili o manipolabili, allora vuol dire che qualcosa nel sistema non funziona. Che quei valori sono imposti allo stesso modo in cui lo è il velo in alcune realtà islamiche. I principi da sbandierare all'occorrenza sono entità fasulle.
Le cose non vanno meglio sull'altro fronte. Se Marine Le Pen ha fatto un viaggio nel Libano di Aoun per fare campagna elettorale, ed aveva messo in conto che un rifiuto qualsiasi ai costumi religiosi o culturali locali le avrebbe procurato parecchi voti, il mufti sapeva benissimo che il velo avrebbe costituito motivo di polemica e l'imposizione gli avrebbe risparmiato un incontro scomodo. Allo stesso modo l'Iran usa il velo per dimostrare il proprio potere a dispetto delle polemiche sul ruolo giocato in medio-oriente ed oltre.
Per quel può interessare, il velo è un obbligo imposto dal Corano, anche se alcune interpretazioni lo negano, come semplice protezione della bellezza e della virtù della donna. E vuole essere di monito per ricordare l'importanza della modestia.  Diventa però strumento politico e sociale a seconda delle circostanze. Questo è il vero problema dei tavoli di discussione organizzati dai ministri Alfano e Minniti.
Ci siede gente che si porta dietro, dalle terre delle famiglie di origine, problematiche legate a tradizioni culturali negative che si intrecciano a tensioni politiche e sociali e pretende di spiegare alle istituzioni italiane cosa è l'Islam. Al governo che deve dare loro un contentino per il supporto ottenuto su media e social, o magari perchè non è stato possibile candidarli nelle loro liste, il giochetto va bene e lo sfrutta. Però è inutile raccontare la bugia del patto con l'Islam e degli studi sulle comunità islamiche. Le commissioni al massimo discutono sui problemi di africani e medio-orientali che vivono da noi assieme ai loro figli. L'Islam e i musulmani sono molto altro.

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