lunedì 5 dicembre 2016

Matteo, la galassia insicurezza, il versiliese e i conti che non tornano

Quando i capi di polizia se ne vanno in giro per il Paese facendo frequenti puntate in Sicilia, o addirittura alla festa del sindacato che ti è nemico giurato, e perdi in maniera così netta un voto incentrato su di te, vuol dire che la sicurezza sta lavorando per se stessa o al massimo per il ministro. Di certo non per te. E allora gli devi presentare il conto, sennò alla fine lo presentano loro a te. C’è sempre un prezzo da pagare nella vita.

A metà tra comunicazione e sicurezza, se nessuno ti dice che la rispostaccia al padre disperato dello jihadista italiano morto in Siria, non solo aliena le simpatie delle minoranze, ma mette a rischio la sicurezza nazionale perché può provocare reazioni, vuol dire che i servizi o chi per loro, fanno un servizio ad altri. Di certo non a te.

Prefetti, dirigenti, fondi, leggi. Renzi si è fatto spennare come un pollo da forze dell’ordine e servizi segreti ma, almeno per quanto concerne il suo ruolo ufficiale di presidente del consiglio, non ha ottenuto granché in cambio. Non più di storielle su Jihadi John e terroristi da Facebook . Complice un ministro frutto di accordi politici che non sa andare oltre il tweet per farsi bello con operazioni di polizia e norme fatte approvare, il premier si è ritrovato a subire una galassia che in Italia è ben consolidata attorno ai soliti noti.
Scriveva Dago il mese scorso, che la nomina del dottor Blengini al vertice dell’Aisi, era il segno della vittoria del prefetto Gabrielli sul prefetto Pansa.
Coppia d’assi che non disdegnano la seggiola. Più viscerale e aperto a qualsiasi orizzonte l’attuale capo della polizia. Sentimentale e locale, o localizzato, il campano in prestito stagionale agli spioni. Francamente io non ho mai capito perché il prefetto Pansa abbia preteso così tenacemente il trono dei servizi. Sicuramente simbolo di prestigio e potere ma stando a come i giornali ci descrivono la scena e dagli spifferi in arrivo da Roma, i nostri servizi segreti stipendio a parte, e forse nemmeno quello, sono il posto meno adatto dove andare a fare il nido, pena rimetterci la salute del sistema nervoso. Pansa avrebbe potuto mirare a qualche azienda o istituto, oppure rientrare in un secondo giro di nomine come accaduto al prefetto Tronca. Tanto più che la storiella degli imsi catcher, quasi sicuramente di itala regia, aveva il sapore di un benvenuto amaro.
Il generale Manenti era perfetto per il ruolo. Anche lui artefice della discarica libica, ma almeno conoscitore di quel giocattolino chiamato servizi e anche abbastanza fedele, o di fiducia, a quanto è dato capire. Se solo Matteo avesse suggeritori disinteressati. Purtroppo attorno a lui c’è gente con il piattino e pronta a pugnalarlo .

De Gennaro mina vagante dei salotti di Messa, mentre Moretti assieme all’Ambasciatore Massolo al Med, pareva il papa con la papessa . Forse questa è stata la vera sconfitta del prefetto Pansa. Continuare a fare il proxy dell’ex-allievo dei salesiani che non vuole perdere il controllo. E anche la sconfitta dei servizi. Ma tanto ci siamo abituati. Non è che possiamo pretendere più di tanto dagli angeli dei segreti. Sempre in mezzo a guerre, ostaggi, campagne elettorali e pozzi di petrolio. Mai uno scatto d’orgoglio a prescindere dalla leggina o dalla nomina. Sempre a nascondersi, a litigare e a sussurrare mezze verità nascoste e qualche piccola ossessione all’orecchio dei giornalai amici.

Il copione da bulletto di paese che va al seggio senza documento perchè tanto lo conoscono, non sottrae preferenze all’arrogante in quanto tale. Gli preclude semplicemente un polo d’ascolto. Se uno pensa di trovarsi davanti ad un arrogante, allora non lo sta nemmeno a sentire. Se la gente avesse ascoltato il Renzi degli ultimi quindici giorni mentre spiegava la riforma, avrebbe votato sì. Qualsiasi piano per il futuro abbia in mente il giovane toscano, è arrivata l’ora di crescere e imparare a sopravvivere nella giungla. Vivere non è abbastanza per uno che voleva arrivare in capo al mondo e invece si è fermato al luna park assieme ad Obama.

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